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giovedì 29 settembre 2016

RIP Raspy

... era acceso da anni, in un angolo polveroso, a fare il suo sporco mestiere in silenzio, senza pretendere manutenzioni di sorta... probabilmente ne ha avuto abbastanza... visto l'andazzo del periodo penso non lo sostituirò...
Addio e grazie per tutto l'uptime!!!

giovedì 11 agosto 2016

rhc su Ubuntu 14.04.5

A dire il vero il processo di installazione rhc (l'interfaccia a riga di comando per OpenShift) è abbastanza ben documentata sul relativo sito: https://developers.openshift.com/getting-started/debian-ubuntu.html. Uniche due rognette trovate, che però un poco di tempo me lo hanno portato via, sono:
  • il pacchetto rubygems che non si trova, al suo posto va installato rubygems-integration
  • la versione di default per ruby installata da apt che è la 1.9 quando, per rhc, servirebbe almeno la 2.0... nei repo c'è ma, anche se la si installa, non è usata come alternativa di default.
Installazione dei pacchetti e configurazione:
Elevazione dei privilegi (... o se preferite piazzare un sudo davanti ad ogni comando...) ...
sudo -i
... installazione dei pacchetti e configurazione delle alternative (versioni) adatte...
apt install -y ruby-full rubygems-integration git-core
apt install -y ruby2.0
update-alternatives --install /usr/bin/ruby ruby /usr/bin/ruby2.0 10
update-alternatives --install /usr/bin/gem gem /usr/bin/gem2.0 10
... installazione dei tool...
gem install rhc
Dopo aver terminato la sessione a privilegi elevati come root ('exit' oppure ctrl+d) possiamo configurare i tool per l'uso...
rhc setup
... una volta completata la banalissima e completamente automatica configurazione guidata ci piazziamo in una directory di nostro gusto e cloniamo il repo dell'applicazione su cui volgiamo lavorare...
rhc git-clone <app-name>
... e da qui si apre tutto un mondo!

martedì 28 maggio 2013

Sahara Occidentale - 68% GNU/Linux

Caldo, deserto, oceano, nessun pregiudizio verso le barbe incolte, *NIX e OpenSource... detta così sembra un paradiso!

domenica 14 ottobre 2012

Terminator

Frequentare, di nuovo, assiduamente un ambiente accademico comporta un, piacevolissimo, continuo afflusso di "nuove" conoscenze, oltre che di idee... il più delle volte si tratta "solo" di piccole informazioni, assaggi di una specifica conoscenza, generalmente, più ampia che hanno i tuoi interlocutori... tra le varie cose apprese questa settimana, oltre al fatto che il vetro si "scioglie" col tempo, c'è l'esistenza di un piccolo ma libidinoso software dal nome inquietante: Terminator.
Si tratta di un emulatore di terminale per X che, fra le altre cose, permette di separare una unica finestra in più "frame" su cui far girare altrettante shell.
Come ho potuto vivere fin'ora senza?
Ubuntu lo include nei propri Repository:
sudo apt-get update; sudo apt-get install terminator

lunedì 30 aprile 2012

Ubuntu 12.04 LTS

Faccio subito una premessa: io sto parlando di un aggiornamento da 11.10 (pure abbastanza pasticciata)... non di una nuova installazione!

L'avanzamento di versione, questa volta, è andato abbastanza liscio e, tralasciando qualche warning (bisogna andare a vedere i dettagli durante l'installazione dei pacchetti, normalmente non vengono mostrati), l'unico "inconveniente" sono le troppe finestre di dialogo che possono confondere l'utente meno esperto (ormai anche con Ubuntu, come con Windows, si devono prendere in considerazione gli Utonti) risultandogli non troppo chiare... la maggior parte di queste riguarda i file di configurazione delle applicazioni (il numero e la stranezza delle finestre di dialogo dipendono da cosa avete installato nel sistema) e l'opzione di default proposta dal processo di avanzamento va, nella maggior parte dei casi, bene e produce buoni risultati.

Una volta completato l'avanzamento l'unico problema, per ora, riscontrato è il mancato funzionamento del "tool" volume di Unity; il sistema rimane muto. A dire il vero subito dopo il completamento dell'avanzamento mi si sono presentate due finestre di errore di sistema, in stile Winzozz, che riguardavano questo problema ma, pensando che si sarebbero ripresentate, non ne ho fatto degli screenshot... qui non si tratta di Windows e, una volta deciso se ignorare o inviare le informazioni sul crash allo sviluppatore (cosa, quest'ultima, da fare sempre per contribuire allo sviluppo del sistema) Ubuntu non ci abrade più lo scroto con avvisi inutili... in teoria dovremmo averne già preso coscienza, lui ci ha avvisati; Utonti si, ma non Windowsari!
Io ho fede negli aggiornamenti per la risoluzione di questo banale problema e, per ora, uso il metodo classico per regolare il volume, visto che il sistema audio funziona perfettamente; avvio alsamixer in una finestra terminale e regolo il volume Master!
Alsamixer si avvia con il comando:
:~$ alsamixer
Per muoversi tra i vari volumi si usano i tasti direzionali "freccia dx" e "freccia sx".
Per alzare e abbassare il volume selezionato si usano i direzionali "freccia su" e "freccia giù".
Per uscire si usa il tasto "esc".
Nulla di trascendentale!

La grafica, di Unity, è un poco diversa da quella della 11.10 ma non troppo... non mi addentro nemmeno nel tentare di capire se è stata migliorata o peggiorata, si tratta solo di rifiniture...
Come al solito trovo la barra dei Launcher troppo invadente se tenuta permanentemente in primo piano... io consiglio di attivare la scomparsa automatica e di ridimensionarla... più piccola fa anche meno Fisher Price!
Onestamente mi aspettavo che la nuova Unity fosse un pochetto più configurabile... qualche opzione in più c'è, ma non ci siamo ancora!

Di nettamente positivo ho notato un avvio un poco più snello e uno spegnimento decisamente scheggia!

mercoledì 30 novembre 2011

Primo Ubuntu-Cliente

La foto vuole essere più commemorativa che bella da vedere... come quasi tutte le mie!

venerdì 14 ottobre 2011

R.I.P. Dennis Ritchie

Dennis MacAlistair Ritchie
(Bronxville, 9 settembre 1941 – Murray Hill, 8 ottobre 2011)
R.I.P

http://punto-informatico.it/3303574/PI/News/muore-dennis-ritchie-creatore-del.aspx
http://it.wikipedia.org/wiki/Dennis_Ritchie

Ecco, questo era un uomo e una grande mente!... altro che Steve Jobs!... quest'uomo lo piangeremo in troppo pochi!... se non ci fosse stato lui davvero il mondo non sarebbe quello che è ora!... la rete è Unix, e lui ne è stato padre!

sabato 17 settembre 2011

The New Linux Counter Project

Parte il nuovo progetto Linux Counter, con una nuova applicazione web (totalmente riscritta) e un nuovo indirizzo: http://linuxcounter.net/. Il vecchio counter rimane, per il momento, sempre attivo e immutato all'indirizzo: http://counter.li.org/ .
Per accedere al nuovo counter si possono usare le stesse credenziali (user e passwd) del vecchio.
Disponibile anche un nuovo script per l'aggiornamento degli host a questa pagina: http://linuxcounter.net/script.html . Per farlo funzionare su Ubuntu 11.04 ho dovuto installare il pacchetto sysstat per avere il tool iostat.

sudo apt-get install sysstat


Al momento segnalo qualche problema di login.

Drupal 7.8 su Ubuntu 11.04

Per prima cosa bisogna scaricare l'ultima versione (7.8 al momento) stabile (Recommended releases) di Drupal, in pacchetto tar.gz, e la relativa traduzione dal sito (http://drupal.org/).

Ora si passa ad installare il necessario al funzionamento del CMS sull'host. Io ho deciso di usare il tool tasksel anche per testarne l'efficacia, mi ha convinto, è un buon strumento!

sudo apt-get update; yes s | sudo apt-get dist-upgrade; sudo apt-get install tasksel;

Ora avviamo il nostro nuovo tool come superuser e aggiungiamo alla lista dei "task" selezionati: "LAMP server" e "Server di posta". L'interfaccia di tasksel è fatta in ncourses e risulta, facile, minimale e intuitiva.
Durante l'installazione dei pacchetti ci verranno richieste delle informazioni tra le quali la password di root per mysql, mi raccomando di non lasciare vuoto questo campo. Altra fase importante è quando ci viene chiesto in che contesto deve "girare" il nostro server di posta, scegliamo locale (il nome preciso della voce non lo ricordo, comunque si capisce bene... mi pare che sia l'ultima opzione delle quattro possibili). Per il resto le impostazioni proposte di default dovrebbero andare bene!
Ora aggiungiamo la libreria gd per PHP e riavviamo il server:

sudo apt-get install php5-gd; sudo /etc/init.d/apache2 restart

Ora apriamo un Browser e carichiamo la pagina localhost (se usate Chromium/Chrome meglio 127.0.0.1 onde evitare fastidi!) per avere conferma che "It works!".

Togliamoci dalle scatole il pensiero di creare il database per Drupal:

mysql -u root -p
... vi viene chiesto di inserire la password poc'anzi specificata...
create database nome_database;
grant all on nome_database.* to nome_utente_drupal@localhost identified by 'password_utente_drupal';
flush privileges;
quit

... ovviamente sostituendo nome_database, nome_utente_drupal e password_utente_drupal a vostro gradimento! Prendete nota di questi tre parametri, vi serviranno successivamente!

Normalmente a me piace avere la directory con i file dell'applicazione web sotto la mia home per vari motivi, è mio costume usare del link simbolici a tal fine.

cd
mkdir html
cd /var/www
sudo ln -s /home/nome_utente/html/ nome_utente
cd

... ovviamente sostituendo nome_utente con il vostro username, nel mio caso sarà mesillo.
Ora abbiamo una directory di nome html nella nostra home che sarà visitabile all'indirizzo "localhost/nome_utente".

Copiamo il pacchetto di Drupal nella directory html appena creata col metodo che preferiamo.

cd
cd html
tar zxvf drupal-7.8.tar.gz
mv drupal-7.8 drupal
rm drupal-7.8.tar.gz

... ovviamente c'è da sostituire il 7.8 con il numero della versione che avete scaricato, se diversa! Da adesso in poi tutti i passi sono ampiamente spiegati nel file INSTALL.txt presente nella root-directory di Drupal... comunque continuiamo!
Ora installiamo la traduzione in italiano e settiamo i permessi per la fase di setup del CMS. Per la traduzione basta copiate il file .po (drupal-7.8.it.po nel mio caso) nella directory ~/html/drupal/profiles/standard/translations/ utilizzando il metodo che si preferisce.

cd
cd ~/html/drupal/sites/
chmod a+w default/
cd default/
cp default.settings.php settings.php
chmod a+w settings.php

Ora con un Browser visitiamo la pagina localhost/nome_utente/drupal (nel mio caso localhost/mesillo/drupal/) e godiamoci il setup guidato. Vi verranno richiesti, tra le altre semplici cose: nome utente mysql (nome_utente_drupal), password utente mysql (password_utente_drupal), nome del database mysql (nome_database) e due indirizzi e-mail; potete fornire tranquillamente anche due indirizzi identici del tipo nome_utente@localhost.localdomain (nel mio caso mesillo@localhost.localdomain), ecco spiegato perché all'inizio della guida vi ho fatto installare il server di posta. Questa soluzione, anche se poco elegante, soprattutto per come è proposta senza configurazioni aggiuntive, mi permette di testare appieno Drupal anche lavorando offline.

Se il setup si lamenta qualche mancanza o intoppo basta provvedere e ricaricare la pagina. Tutti i problemi solitamente vengono ben segnalati, con tanto di link alle guide del caso, e descritti dall'interfaccia.

Una volta completata con successo la procedura guidata di setup non resta che risistemare i permessi.

cd
cd html/drupal/sites/ 
chmod go-w default/
cd default/
chmod go-w settings.php

... ora non resta che visitare l'indirizzo localhost/nome_utente/drupal/ con un Browser e divertirsi nella complessa configurazione di Drupal... ma questa è un'altra storia!

giovedì 6 marzo 2008

EeePC 900

Pare che, nel secondo semestre di quest'anno, ASUS abbia intenzione di immettere sul mercato europeo un nuovo EeePC per affiancare il già mitico 701.
Poche, ma fondamentali, sarebbero le caratteristiche che lo differenziano dal modello precedente:
  • schermo da 8,9 pollici (la carica della batteria durerà un poco di meno: 2,5/3 ore)
  • risoluzione 1024 x 600 pti
  • touchpad più ampio
  • HDD a stato solido fino a 12GB
  • prezzo di 399 euro (versione con Xandros GNU\Linux)
  • batteria più sottile
  • disponibile anche la versione con Windows Xp preinstallato (il prezzo di questa versione è da definire...)
  • 1GB di RAM DDR2 (come il 701 8G)
  • Dispositivo WiMax
Non credo che le varie distribuzioni GNU\Linux nate per "armare" l'Eee 701 dovranno essere sconvolte, anzi... il fatto che l'Eee 900 verrà commercializzato anche con una Xandros, per quanto "personalizzata", garantisce la piena compatibilità dell'hardware con i Kernel più recenti.

Sono ancora in attesa di poter "toccare" un 701 "dal vivo"... tuttavia, se veramente le caratteristiche sono queste, credo che il 900 avrà molto più successo.

martedì 22 gennaio 2008

EeePC

Finalmente arriva anche in Italia l'attesissimo EeePC.
La commercializzazione nel Bel Paese è cominciata il 17 Gennaio.
Sono veramente curioso di vederne uno "dal vivo".

Al contrario di quanto dicono molti, il punto forte di questo prodotto non mi pare il prezzo, comunque molto interessante, ma l'alta "mobilità".
Certamente ASUS ha creato un nuovo segmento. Non mancano infatti già i primi annunci di futuri prodotti concorrenti.
Anche se ne esistono varie versioni, e colori, per il momento sembra che da noi sia disponibile solo il 4G bianco. 512 MB di RAM e HDD a stato solido (nessuna meccanica = resistenza agli urti) da 4 GB. Anche se ne esistono di meno "potenti" questo sembra essere il minimo per il nostro mercato. Il "giocattolino" costa 299 Euro, quanto un buon palmare. Quanto costerà da noi il 8G che, oltre al disco, raddoppia anche la RAM?
La cosa davvero interessante è che si tratta di un PC-Palmare. Non solo il costo è da palmare infatti. L'Eee pesa meno di 1 Kg (920 g) ed è davvero piccolo ( 22.5 x 16.4 x 2.15~3.5 cm ). Utenti di oltre oceano danno una durata della batteria da 1 a 3 ore. Insomma, è veramente "Portatile" con la P maiuscola.
Cosa da non dimenticare è il SO in dotazione: Xandros GNU/Linux! Ovviamente una distribuzione appositamente rivisitata. Una cosa adattata al prodotto, con una interfaccia che non starebbe male ne su un normale PC ne su un palmare.
Eee però è un PC a tutti gli effetti: ci si può installare il SO che si preferisce... anche Windows XP che non può essere ricompilato a dovere, si trovano già delle guide ben fatte in rete nella nostra lingua. Esistono anche port di famose distribuzioni per EeePC, un esempio su tutti eeeXubuntu. Ma, a girare per la rete, parrebbe che qualsiasi distribuzione si installasse senza troppi problemi, fatte eccezione per lo spazio su disco!

Di una cosa sono certo: o sarà un fallimento enorme o nascerà un culto!
Molti lo criticano, a torto secondo me, per il suo schermo piccolo e a bassa risoluzione, bisogna tener conto di peso e dimensioni! A me preoccupa di più la tastiera... non sarà poco agibile per chi ha le "ditone"?
Secondo la mia modesta opinione non sconvolgerà troppo il mercato dei NoteBook... secondo me son più i palmari che devono temere l'EeePC. Magari avrà l'effetto di abbassare un poco il costo dei "Portatili tradizionali"... vedremo!

Prima di spingermi oltre vorrei vederne uno e magari provarlo. Nel frattempo vi lascio qualche Link:
http://eeepc.asus.com/it/index.htm
: home page italiana dell'EeePC.
http://www.eeepc.it/: blog italiano sull'EeePC.

mercoledì 16 gennaio 2008

L'ultima ruota del carro???

Dopo aver letto articoli come questi: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2158461, http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2147055, ecc... Mi son chiesto perché molti contengono frasi del tipo:
Per il momento, l'azienda non ha annunciato alcun piano per una possibile estensione dell'offerta all'Italia.
Perché a noi Italiani non è dato di scegliere!?!... cos'è, noi si deve sottostare al dominio di Microsoft per forza?
Non sto parlando solo di soldi, dati per le licenze dei software. Qua è in gioco soprattuto la facoltà, sacrosanta, di scelta dell'utente/acquirente!
Quando andate a farvi un giro per negozi di tecnologia, quante volte vi capita di vedere esposti, o comunque citati in qualche cartello/manifesto, prodotti con SO diversi da Windows?
A guardarsi in giro parrebbe che l'unica alternativa, al binomio PC-Windows, per l'Home-Computing fosse un Mac con OSX.
Esistono invece molte alternative valide. Prima fra tutte GNU/Linux, nelle sue varie Distribuzioni. Ma GNU/Linux deve essere solo la punta dell'iceberg! Esistono molti altri SO che meriterebbero delle possibilità! E deve essere data la possibilità agli utenti, soprattutto a quelli meno esperti, di scegliere! Credo che a molta gente sarebbe indifferente avere sul PC nuovo Windows Vista o, ad esempio, una Ubuntu già bella che pronta.
E poi, è possibile che a noi tocca comperare un prodotto che non vogliamo (SO preinstallato) per poi affidarci ad associazioni di consumatori e lunghe trafile burocratiche per restituirlo? Chi siamo noi che non abbiamo diritto di scelta?
Per chi, un poco, di informatica ne capisce la scelta è possibile. Per chi vive vicino a dei Lug (già sapere cosa sia un Lug implica un certo grado di interesse e conoscenza) la cosa è fattibile. Se si ha un amico in grado di aiutarci la cosa si può fare. Ma a che percentuale della popolazione arriviamo?!?... 25%!?!... ho tirato ad occhio, comunque non credo molto di più!
Bisogna tutelare il vero end-user dell'informatica. Quello che oltre al programma di videoscrittura e al browser non si addentra. Quello che spende 1200 euro per il notebook nuovo all'Euronics e si aspetta di accenderlo e trovarlo pronto all'uso! Credete che a questa persona usare KDE, Openoffice e Firefox sia impossibile? Nooo... mio Padre ne è la prova vivente!
Dobbiamo poter scegliere, a tutti i livelli. Oggi GNU/Linux ci permetterebbe di estendere la possibilità di scelta a tutti i livelli di utilizzo di un computer.
È dallo end-user che comincerà la vera rivoluzione.
Per chi non amasse particolarmente gli Unix in un futuro ci saranno pronti anche SO come ReactOS, ora ancora inadatto al vero e proprio utente finale, che oggi hanno solo bisogno di essere conosciuti per accelerare il loro sviluppo.
Firefox è forse il Software Open più usato al mondo attualmente. OpenOffice.org sta vivendo un'era di grande diffusione. Questo è solo un assaggio però, la vera svolta verso la "rivoluzione della scelta" deve essere il cuore del sistema: il Sistema Operativo.
Forse nel "negozione" al centro commerciale non vedete ancora i primi "fuochi" del cambiamento; ma questo non vuol dire che non ci siano. Ecco un sito che vi potrebbe essere utile per trovare il primo "focolaio" di libertà vicino casa vostra: